Giuseppe Tracanna. Il suo studio è nel mirabile centro storico di Atri, a venti minuti da Silvi. Professionista dal 1980, lavora con aziende importanti quali Alitalia e con registi come Pupi Avati. Conosce Gavino Ledda e nel 2011 il Museo Michetti di Francavilla gli apre i suoi spazi esclusivi, dove aleggiano Michetti, D’Annunzio e Tosti, ottenendo un gratificante successo. Sarà strano,ma quando vedo un paesaggio mozzafiato penso a Tracanna, alle sue esclamazioni, ai sali d’argento, alla sua visione delle tradizioni originarie. [video type="youtube" id="CPWxQ_1esBg" width="415px" height = "315px"] Vedo lo studio illuminato e sorrido. Lo trovo seduto accanto al caminetto acceso, insieme ad un amico. E’ sempre in compagnia di amici. Vengo accolto dalla sua ospitalità che mi mette a mio agio per l’intervista che voglio fargli. Mentre lui si prepara a versare un liquore davanti al fuoco acceso, d’un tratto vengo ispirato da una luce quasi ‘teatrale’ e gli chiedo se posso fargli una foto. Mi porge una macchina pesante, la sua Nikon. Inquadro, e in controluce scatto. Sono pronto a scrivere quando penso alle domande che gli farò, ad Atri e ai colori d’Abruzzo che non hanno segreti per lui. Giuseppe, cos’è per te la fotografia? E’ “cogliere l’attimo”. Quando mio figlio vedrà le mie foto saprà com’era la vita nel 2013. E’ soprattutto la testimonianza del momento, il ricordo. Analogico o digitale? La risposta è semplicissima: La fotografia digitale ha dato la possibilità a tutti di fotografare. Ma è una fotografia fredda. L’analogica ha una valenza diversa. Tutti i grandi fotografi l’adoperano. Che tipo di fotografia preferisci? Il ritratto. L’essenza è nel fare “uscire” la propria identità. Una persona allegra non potrai farla diventare triste, e viceversa. Il concetto è questo. Quali scatti può fare secondo te un fotografo dilettante o professionista in Abruzzo? Può spaziare a 360 gradi. Dalla montagna alla collina, al mare; tutto con piccoli spostamenti. Certamente l’Abruzzo è pastorale, è D’Annunziano, arcaico. Basti pensare alle distese della montagna, i pascoli, e poi lo sfondo marinaresco. Celommi. I Parchi Naturali, come il Parco del Cerrano, o posti splendidi come i laghi di Scanno, Campotosto. Le stupende vedute della Maiella o il Gran Sasso, il “Gigante che dorme”, e tutte le bellezze naturali.[gallery link="file" ids="1250,1251,1248,1249,1255,1254"] L’Aquila, nonostante il terremoto, Chieti, Pescara definita ormai la Shanghai d’Abruzzo, per non parlare di tutte le Abbazie sparse nelle campagne, i luoghi della transumanza, la casa di Michetti a Francavilla, dove D’Annunzio, Tosti e Michetti si riunivano per dipingere, comporre musica e poesia. Questi luoghi bisognerebbe visitarli. Ti piacerebbe organizzare un Workshop sulla fotografia in Abruzzo? Certamente, con indicazioni dei posti, del bel vedere in fotografia, usando tecniche idonee e mirate per fotografare paesaggi, ritratti, architetture, mare, colline, montagne. Anche per avvicinarsi a visioni di persone non del luogo. Magari si potrebbe bandire un premio fotografico per la migliore realizzazione di un tema scelto. Da un intervista quindi all’idea per un Workshop e la conversazione si fa interessante e da approfondire in un prossimo incontro. Arriva però una telefonata che ci interrompe. Decido allora di salutarlo e lui mi ringrazia dandomi appuntamento alla settimana prossima. Grazie a te, Giuseppe. ]]>